Musica Sacra: glossario                                                                             >>> Articoli - Saggi
di Giacomo Baroffio
Giacomo Baroffio - Dipartimento di Scienze musicologiche e paleografico-filologiche - Facoltà di Musicologia - Università di Pavia - Cremona (CR)

Ad crucem: antifona che si canta alle Lodi ambrosiane durante una particolare processione.

Agnus Dei: ultimo canto dell’ordinario della Messa, entrato nella liturgia latina della Messa per arginare il movimento iconoclasta e ribadire la posizione ortodossa della Chiesa romana.

Alfabetica, notazione: sistema di scrittura delle note mediante l’utilizzazione delle lettere dell’alfabeto. Uso ancora attuale nella cultura germanica e anglosassone (c = do, d = re…).

Alleluia: acclamazione che riprende una locuzione ebraica che significa “lodate Dio”. a) è un’acclamazione inserita in molti canti liturgici, sempre a conclusione dei brani nel tempo pasquale. b) canto interlezionale della Messa. Nella liturgia romana prevede il canto della parola Alleluia con un ampio melisma sulla sillaba finale “ia” (= iubilus). Segue un versetto alla fine del quale si ripete l’Alleluia iniziale.

Anno liturgico: il ciclo delle celebrazioni liturgiche che ha come centro la Pasqua cristiana. Si articola in tempi forti (Avvento, Quaresima, Tempo Pasquale) e in tempo ordinario.

Antifona: brano musicale relativamente breve che si canta, solitamente, collegato a un salmo. Nell’uso moderno l’antifona è cantata prima del salmo e alla sua conclusione dopo il Gloria Patri. Ci sono antifone con versetti e antifone molto lunghe autonome, cioè prive di salmodia. Le antifone con salmi si trovano sia nella liturgia delle Ore, sia nella Messa (introito, comunione).

Antifonario a) dell’officio: libro con le melodie delle antifone e dei responsori, spesso anche dei versicoli. Talora sono presenti anche le melodie integrali del salmo invitatorio. Degli altri salmi, cantati in corrispondenza con le antifone, si dà il solo incipit testuale e la differentia. Raramente sono indicati gli inni e, in tal caso, con il solo incipit o la sola prima strofa. b) Antifonario della Messa e dell’Ufficio: libro onnicomprensivo dei canti sia della Messa che liturgia delle Ore. E' la tipologia comune nelle tradizioni liturgiche ambrosiana e ispanica dove il libro contiene i testo dei canti con notazione musicale. Nella liturgia romana questo libro liturgico è un'eccezione.

Apostoli: i primi (dodici) seguaci di Cristo “inviati” a predicare il regno di Dio secondo l’insegnamento del Maestro Gesù.

Avvento: periodo di preparazione al Natale; inizia 4 domeniche prima della festa nel rito romano o 6 domeniche nel rito ambrosiano.

Benedictus: cantico di Zaccaria (Lc 1, 68-79); si canta nella sezione finale delle Lodi.

Bibbia: i libri ritenuti ispirati da Dio e raccolti in due serie: l'Antico Testamento - corrispondente più o meno alla Bibbia ebraica - e il Nuovo Testamento. Negli esemplari dei secoli XIII e XIV spesso nell’Antico Testamento manca il salterio; talora invece il salterio di una Bibbia completa presenta integrazioni liturgiche (cantici per le Lodi, litanie...).

Breviario: raccolta di tutti i brani per la celebrazione della liturgia delle Ore. Dopo il temporale, il santorale (proprio e comuni), dedicazione della chiesa e ufficio dei morti, ci sono di solito formule per le commemorazioni / suffragi, le benedizioni per i lettori... Nell’Italia Meridionale sono superstiti alcuni esemplari redatti in base al principio della giustapposizione di singoli libri/sezioni,[1] mentre di solito i breviari sono redatti in base a un assemblaggio completamente integrato dei diversi elementi che costituiscono un singolo formulario.[2]

Cadenza: formula musicale di riposo che si trova alla conclusione di frasi melodiche sia alla fine di un brano (cadenza finale), sia all’interno di un pezzo (cadenza mediana). Una cadenza mediana conclude il primo emistichio della salmodia.

Calendario: prospetto dei giorni dell'anno da gennaio a dicembre con l'indicazione dei santi (per lo più uno solo o una coppia) di cui si celebra la festa o la memoria. L'indicazione del giorno segue il calendario civile romano. Diversi tipi di integrazioni (colore dell'inchiostro, “l(ectiones) IX o XII”, termini come duplex maius) evidenziano i santi che godono di un culto particolare. Il calendario si trova soprattutto all'inizio di breviari e di messali, ma anche i altre situazioni, come in vari trattati di medicina (questo fatto si spiega per la presenza nei calendari delle indicazioni relative ai “dies ægyptiaci”, i due giorni al mese in cui era sconsigliato fare i salassi).

Cantatorio: raccolta dei canti della Messa eseguiti dal solista o dalla schola: responsorio graduale, tratto, alleluia, offertorio.

Cantico: brano poetico – simile ai salmi - che si trova nei libri biblici ed è utilizzato nella liturgia delle Ore. Ad eccezione dei cantici Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis che sono tratti dal Vangelo di Luca, gli altri sono tutti desunti dall’Antico Testamento. Questi cantici sono cantati alle Lodi in quarta posizione. Tre altri cantici veterotestamentari sono invece cantati al III notturno del Mattutino monastico.

Cantillazione: proclamazione del testo biblico su una melodia semplice che prevede fondamentalmente tre elementi: inizio, corda di recita, cadenza. In periodi lunghi ci possono essere delle flessioni intermedie della voce, in corrispondenza di cesure testuali segnate perlopiù dal “;” moderno.

Cantus: canto interlezionale della Messa nella liturgia ambrosiana; corrisponde al tratto romano.

Capitulare epistularum: elenco dei giorni liturgici (nella successione del temporale e del santorale) con l'incipit della lettura della Messa - che è proclamata prima del Vangelo – e il rimando al libro biblico da cui è tratta.

Capitulare evangeliorum: elenco dei giorni liturgici (nella successione del temporale e del santorale) con l'incipit del relativo Vangelo e la referenza al libro dei Vangeli da cui è tratto.

Capitulare lectionum: elenco dei giorni liturgici (nella successione del temporale e del santorale) con l'incipit delle letture della Messa e dei relativi libri da cui sono tratte. I Capitularia rendono possibile e relativamente facile l'uso di una Bibbia durante la celebrazione della Messa. Tali elenchi si trovano di solito alla fine di un codice biblico.

Cephalicus: clivis liquescente (due note in movimento discendente) in un’articolazione sillabica complessa con relativi problemi d’emissione vocale.

Chiave: segno posto all’inizio del rigo musicale per indicare la posizione di alcune note di riferimento, di solito il fa (chiave “f”) e il do (chiave di “c”).

Climacus: gruppo di almeno tre note in movimento discendente (la-sol-fa, la-sol-fa-re).

Clivis: gruppo di due note in movimento discendente (la-sol, la-mi).

Colletta: prima orazione all’inizio della Messa romana, spesso usata anche come preghiera del giorno nella liturgia delle Ore. Nella liturgia ambrosiana si chiama “oratio super populum”.

Communio: cfr. Comunione, antifona di.

Compieta: è l’Ora canonica che conclude la giornata prima del riposo notturno.

Comune: raccolta di formulari – sia per la Messa che per la liturgia delle Ore - per varie categorie di santi (apostoli, evangelisti, martiri…).

Comunione, antifona di: canto che accompagna il rito di comunione. Fino al sec. XII il canto di comunione aveva la medesima struttura dell’introito: prevedeva l’alternanza con versetti salmici.

Comunione: rito durante il quale coloro che celebrano la Messa (presidente ed assemblea liturgica) si cibano del corpo e sangue di Gesù Cristo.

Confessore: un cristiano che con il proprio comportamento testimonia la fede.

Corale: termine generico che indica la funzionalità di un libro liturgico (antifonario, graduale, salterio, innario) ad uso di un coro. Di solito un libro corale è molto grande.

Corda di recita: nota sulla quale si canta una serie più o meno lunga di sillabe o di parole sempre alla stessa altezza.

Coro: a) gruppo di persone – nel medioevo perlopiù sacerdoti e religiosi - che si riuniscono per pregare. Il coro è strutturato in due gruppi minori che si alternano in varie preghiere, ad esempio, nel canto dei salmi. b) spazio di un edificio di culto dove un gruppo si riunisce per pregare, di solito nel presbiterio o nell’abside delle chiese.

Corpus Domini/Christi: festa in onore dell’Eucaristia, si celebra il giovedì dieci giorni dopo Pentecoste.

Credo: professione di fede cristiana. È entrato nella Messa romana verso il 1015.

Custos: segno apposto alla fine di ogni rigo musicale per indicare l’altezza della prima nota del rigo successivo.

Dedicazione di una chiesa: rito pontificale, presieduto da un vescovo, per destinare in modo solenne uno spazio architettonico a luogo di culto.

Differentia: formula melodica della cadenza finale nella salmodia. Tale formula si scrive sulle parole iniziali del rispettivo salmo, o su alcune serie di lettere (es. euouae, ee, eou…).

Dossologia: acclamazione con cui si loda e glorifica Dio. Tutti gli inni si concludono con una strofa di dossologia il cui testo varia secondo l’anno liturgico.

Ebr: Lettera neotestamentaria agli Ebrei attribuita a san Paolo.

Emistichio: metà di un versetto di salmo.

Epifania: festa del 6 gennaio dove si commemorano tre “manifestazioni” di Gesù Cristo: l’adorazione dei sapienti Re Magi, il battesimo nel Giordano e le nozze di Cana.

Epiphonus: pes liquescente (due note in movimento ascendente) in un’articolazione sillabica complessa con relativi problemi d’emissione vocale

Epistola: nella Messa romana è la lettura prima del Vangelo, spesso tratta dalle lettere di san Paolo. La liturgia ambrosiana prevede invece due letture prima del Vangelo: a) il “profeta” tratta dall’Antico testamento, e l’”Apostolo” dal Nuovo testamento.

Epistolario/Comes: raccolta delle letture che si proclamano nella Messa prima del Vangelo; sono disposte secondo la successione dell'anno liturgico del temporale e del santorale.

Evangeliario: testo integrale dei quattro Vangeli (Mt, Mc, Lc, Gv). Per una sua utilizzazione liturgica è necessario servirsi di un capitulare.

Evangelistario: raccolta delle letture evangeliche della Messa già selezionate e disposte secondo la successione dell'anno liturgico del temporale e del santorale.

Flexus: si dice una figura neumatica che per sua natura finisce verso l’acuto, ma che – flexa – ha un’aggiunta che la fa concludere al grave (es. porrectus flexus: do la do + la, scandicus flexus: sol la do + si).

Formulario: l’insieme dei brani (letture, preghiere e canti) che si usano in un giorno liturgico.

Gloria Patri et Filio: breve forma di lode alla Trinità denominata dossologia minore; si canta quasi sempre alla conclusione dei salmi nella liturgia delle Ore e nei canti antifonici della Messa.

Gloria in excelsis Deo: detto inno “angelico” è un canto della Messa adattato dal greco in cui si lodano Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Graduale: a) libro con tutti i canti del proprio della Messa: antifona d'introito con il primo versetto della salmodia ed, eventualmente, il versus ad repetendum; responsorio graduale con il suo versetto, tratto, alleluia con versetto, offertorio con relativi versetti, antifona di comunione.

Gv: Vangelo scritto dall’evangelista san Giovanni.

Ingressario: raccolta dei canti della Messa di rito ambrosiano con o senza musica.

Innario: libro che abbraccia gli inni per la celebrazione delle Ore liturgiche. Gli innari possono essere costituiti da solo testo, ma per lo più presentano la melodia sulla sola prima strofa - raramente prima del sec. XV su tutto il testo. Alcuni innari presentano glosse con diverse possibilità di impaginazione.

Inno: composizione poetica con strofe identiche nella loro struttura metrica. Ciò permette di cantare un’unica e medesima melodia su tutte le strofe. Introdotto nel IV secolo nella liturgia ambrosiana e nel V nelle celebrazioni monastiche, l’inno è cantato a Roma soltanto a partire dal sec. XII.

Interlezionali, canti: i brani che si cantano tra le letture della Messa: responsorio graduale, tratto, alleluia.

Introito: canto d’inizio nella Messa romana (ingressa in quella ambrosiana). È costituito da un’antifona che si alterna ai versetti di un salmo eseguito secondo il tono salmodico corrispondente alla modalità dell’antifona. Il canto si prolunga per tutto il tempo richiesto dai riti iniziali. Prima della conclusione, al posto di un versetto salmodico, s’introduce la dossologia minore “Gloria al Padre e al Figlio…”.

Invitatoriale: libro o sezione di antifonario che contiene le antifone o il loro solo incipit - distinte per modalità - da cantarsi con il salmo 94 (invitatorio) che presenta tutta la musica secondo i diversi toni su cui deve essere cantato in relazione all'antifona di supporto.

Invitatorio: introduzione alla preghiera delle Ore, è premessa al Mattutino. Si compone di un’antifona che è cantata non soltanto prima e dopo il salmo invitatorio 94 (“Venite exultemus Domino iubilemus Deo salutari nostro”), ma che è ripetuta anche tra le varie sezioni dello stesso salmo, una volta a partire dall’inizio, una volta da metà. È questa una reliquia dell’antica prassi di alternare antifona e salmi/cantici praticata dalla Chiesa di Roma ancora nel sec. XII (“antiphonare”).

Iubilus: melisma che si esegue sulla sillaba finale dell’Alleluia della Messa.

Kyriale: raccolta con i canti dell'ordinario della Messa con musica: Kyrie, Gloria in excelsis Deo, Sanctus, Agnus Dei, Credo. A questo canti sono da aggiungersi le formule di congedo (Ite Missa est, Benedicamus Domino) e due antifone per la benedizione dell'acqua lustrale (Asperges, Vidi aquam). Nelle raccolte più antiche i canti dell'Ordo Missæ sono raggruppati per categoria e le melodie sono identificabili grazie al tropo più comune collegato con lo stesso brano. Successivamente i canti sono distribuiti in formulari veri e propri - sino al sec. XVI, ma spesso anche dopo, senza Credo - che portano tuttavia un'indicazione specifica della celebrazione: In minoribus, In Missis defunctorum, De Beata...

Kyrie eleison: formula greca (“Signore, misericordia”). Nella liturgia può essere a) l’inizio di una litania; b) ciò che oggi resta di una preghiera litanica. Si canta all’inizio della Messa ed è costituito da nove invocazioni che si rivolgono al Signore Gesù: tre kyrie, tre Christe e tre Kyrie. In epoca carolingia il Kyrie della Messa subisce due notevoli modifiche: da preghiera rivolta a Cristo diviene preghiera trinitaria (Padre, Figlio, Spirito Santo) e perde il carattere di supplica per esprimere soprattutto un’acclamazione di lode.

Lamentazioni di Geremia: testo biblico delle lamentazioni - con o senza musica - da cantare nel Mattutino - detto delle Tenebræ - nel Triduo sacro.

Lc: Vangelo scritto dall’evangelista san Luca.

Lettere (significative): a) alle lettere dell’alfabeto nel medioevo si è attribuito anche un significato melodico e/o ritmico per un uso complementare ai segni neumatici. Ad esempio, “a” (“altius) significa un intervallo disgiunto; nella tradizione lorenese indica invece un allargamento ritmico (“augere”); “c” sta per “celeriter” (esecuzione sciolta, fluida), “d” per “deprimitur” (grave). b) un uso delle lettere che perdura ancora oggi è legato alla proclamazione del Passio. c) Con alcune lettere – perlopiù le vocali euouae – si designano le sillabe corrispondenti delle ultime parole del Gloria Patri et Filio per poter scrivere al di sopra delle stesse lettere le note della cadenza finale nel canto della salmodia. d) cfr. Alfabetica, notazione.

Lezionario dell’ufficio: raccolta delle varie letture - non bibliche - che si leggono a mattutino, cioè delle letture patristiche e agiografiche.

Lezionario della Messa: testi dell'epistola e del Vangelo della Messa, perlopiù uniti a coppia per ogni formulario: I domenica d'Avvento: epistola + Vangelo; II domenica d'Avvento: epistola + Vangelo...

Liquescenza: fenomeno fonetico dovuto alla complessità di un’articolazione sillabica in particolari casi (es. alle, induantur). Tale fenomeno era avvertito dai cantori medioevali ed è stato segnalato – in modo non sistematico – grazie alla modifica della forma dei neumi.

Litania: invocazioni a Dio per intercessione di santi – disposti secondo categorie (apostoli ed evangelisti, martiri…) - con formule ripetitive (“Sancte XY, ora pro nobis”).

Lodi: Ora cardine della preghiera quotidiana, si celebra all’alba di ogni giorno. Prevede il canto di cinque unità salmodiche:  3 salmi, 1 cantico veterotestamentario e un’unità formata dai 3 salmi 148-150. Nella parte finale c’è il cantico di Zaccaria (Benedictus) e la preghiera del Padre nostro. Nella liturgia ambrosiana, di domenica, è prevista una processione con il canto dell’antifona “ad crucem”.

Magnificat: cantico di Maria (Lc 1, 46-55), si canta nella sezione finale dei Vespri.

Martire: un cristiano che con il proprio comportamento e con la morte testimonia la fede.

Mc: Vangelo scritto dall’evangelista san Marco.

Messa: azione liturgica complessa, “fonte e culmine della vita cristiana”, distinta in due parti principali: a) una sezione didattica incentrata sulla Parola di Dio; b) la parte sacrificale in cui si fa memoria della morte di Gesù Cristo (cfr. prospetto a p. xxx).

Messale: libro onnicomprensivo che presenta tutti i testi necessari per la celebrazione della Messa. La struttura tipo si articola in temporale (dall'Avvento al Sabato santo + Ordo Missæ + sezione da Pasqua alla fine dell'anno liturgico), santorale (proprio e comune), dedicazione della chiesa, defunti, messe rituali, votive e ad diversa, benedizioni di persone e cose.

Modo/Modalità: è il sistema musicale elaborato dai teorici dell’antichità, e ripreso nel medioevo, per razionalizzare il percorso musicale (la “scala”) del processo compositivo e per proporre parimenti una struttura in vista di nuove composizioni. Mentre la musica colta occidentale prevede due soli sistemi (la scala maggiore e quella minore), i teorici medioevali - in base alla diversa posizione dei semitoni (mi/fa, si/do) e dei toni (do/re, re/mi, fa/sol, sol/la, la/si) e dell’ambito melodico dei brani musicali - hanno riconosciuto otto sistemi o modi: in re (I: autentico quando la melodia si muove in ambito acuto, II: plagale quando è al grave), mi (III: autentico e IV: plagale), fa (V: autentico e VI: plagale), sol (VII: autentico e VIII: plagale).

Monastico: libro liturgico destinato alla celebrazione di una comunità monastica (perlopiù benedettina o certosina). Presenta una particolare struttura delle liturgia delle Ore.

Mt: Vangelo scritto dall’evangelista san Matteo.

Natale: festa che commemora la nascita di Gesù Cristo, creduto dai cristiani vero figlio di Dio e vero uomo (25 dicembre).

Notturno: sezione dell’Ora di preghiera canonica Mattutino.

Nunc dimittis: cantico di Simeone (Lc 29, 32), si canta nella sezione della Compieta.

Offertorio/Offerenda: canto eseguito durante il rito omonimo. Nella sua forma evoluta, l’offertorio ha assunto la forma di un vero e proprio responsorio con versetti. Dopo il sec. XII i versetti – tramandati prima da allora soltanto da una parte della tradizione libraria – scompaiono dall’uso e dai codici liturgici.

Offertorio: riti durante i quali si preparano i doni (pane e vino) per il sacrificio eucaristico.

Omeliario: raccolta delle prediche e dei commenti degli antichi scrittori ecclesiastici: spesso costituiscono dei lezionari "patristici" da leggersi al mattutino quale commento al giorno/tempo liturgico (II notturno) o alla pericope evangelica del giorno (III notturno).

Orazione: preghiera liturgica in cui la Chiesa si rivolge a Dio Padre per Cristo nello Spirito Santo.

Ordinario della Messa/Ordo Missæ: testi quadro e norme relative alla celebrazione della Messa.

Ore minori: sono Ore canoniche di lunghezza relativamente breve (solo tre salmi): Prima, Terza, Sesta, Nona.

Ore: sono momenti di preghiera ufficiale della Chiesa, distribuiti lungo l’arco di tutta la giornata. Tutte le ore, che si chiamano anche ore canoniche, hanno la medesima struttura: introduzione, canto di salmi con relativa antifona, letture con i rispettivi responsori, conclusione.

Palme: domenica prima di Pasqua, inizia la Settimana santa.

Pasqua: domenica in cui si fa memoria della risurrezione dai morti di Gesù Cristo. È la prima domenica dopo la luna piena di primavera.

Passio (Domini Nostri Iesu Christi): racconto della passione del Signore Gesù secondo i quattro evangelisti. Frequente è la presenza di lettere di valore musicale; meno spesso si trovano melodie relative a determinate sezioni (Hely Hely, Heloy Heloy...). Il Passio si canta in modo solenne nella Settimana santa.

Pentecoste: la domenica che conclude i 50 giorni del tempo pasquale. Nella Chiesa cristiana commemora il dono dello Spirito Santo. È il punto di riferimento per il tempo liturgico ordinario, segnato dalle domeniche (I, II, III…) dopo Pentecoste.

Pericope: brano di un testo biblico adattato per la lettura durante la liturgia (es. pericope evangelica).

Pes : gruppo di due note in movimento ascendente (do-re, re-la).

Pes stratus: particolare forma neumatica costituita dalla congiunzione di un pes + oriscus. Sul piano melodico corrisponde a una nota bassa e due all’unisono di solito a distanza di una seconda o di una terza dal primo suono. Caratterizza i brani di origine gallicana ed è stata utilizzata come formula di cadenza finale alla conclusione delle strofe nel repertorio delle sequenze.

Pontificale: rubriche e testi relative alle azioni liturgiche presiedute da un vescovo.

Porrectus: gruppo di tre note delle quali, solitamente, quella centrale è più bassa delle altre due (do-la-do, do-la-si). Talora la seconda e la terza nota sono all’unisono ed entrambe sono più basse della prima (do-la-la).

Post evangelium: antifona propria della liturgia ambrosiana che si canta dopo la proclamazione del Vangelo.

Postcommunio: orazione alla fine della Messa, dopo il rito della comunione.

Prefazio: preghiera in tono lirico che si conclude con il canto del Sanctus: l’intero blocco (prefazio + Sanctus) serve da introduzione alla preghiera eucaristica, la parte centrale della celebrazione della Messa..

Pressus maior: elemento costituito da tre note (virga + oriscus + punto) di cui le prime due sono all’unisono.

Pressus minor: elemento costituito da due note (oriscus + punto) di cui la prima è all’unisono con la nota precedente che appartiene però a un’altra figura neumatica.

Prima: Ora canonica celebrata verso le 7, 00. Al suo interno ha preso corpo un’azione supplementare l’ufficio del capitolo.

Processionale: raccolta dei canti – perlopiù antifone e responsori - da eseguire durante le liturgie itineranti (Purificazione il 2 febbraio, domenica delle Palme, Rogazioni...). Oltre ai processionali con i canti, ci sono libri processionali con i soli testi delle letture o dei soli brani eucologici.

Proprio dei santi: sezione dei libri liturgici con i formulari di singoli santi.

Prosula: cfr. Tropo

Psalmellus: cfr. Salmello

Punto: neuma monosonico usato prevalentemente in composizione, quale elemento di una figura più complessa.

Purificazione: festa del 2 febbraio in cui si commemora a) la presentazione di Gesù al Tempio; b) la purificazione di Maria di Nazareth secondo le norme rituali della tradizione ebraica

Quaresima: tempo di preparazione alla Pasqua, dura 40 giorni a partire dal mercoledì delle ceneri.

Quilisma: singola nota che indica la tensione melodica verso la nota successiva; è collocato solitamente in posizione semitonale (es. re-mi-fa, la-si-do). Graficamente riproduce spesso il segno letterario del punto interrogativo.

Recita: cfr. corda di recita

Repetenda: parte finale di un responso. Si canta dopo il versetto nei responsori con la “repetitio a latere” di origine gallicana.

Repetitio a latere: cfr. repetenda.

Responso: prima parte di un responsorio.

Responsorio: canto che segue una lettura. Nel Mattutino i responsori sono di tipo “gallicano” e presentano la cosiddetta repetitio a latere. Dopo il canto della prima sezione responso, segue il versetto; il brano si conclude con la ripetizione della sezione finale del responso iniziale che si chiama repetenda. Questa forma di canto responsoriale si trova sia a Milano che a Roma nella liturgia delle Ore nei responsori che seguono le letture e nella Messa nel canto dell’offertorio.

Resupinus: si dice una figura neumatica che per sua natura finisce verso il grave, ma che – resupina – ha un’aggiunta che la fa concludere all’acuto (es. torculus resupinus: la do la + do).

Sabato santo: precede la domenica di Pasqua, ultimo giorno del Triduo sacro.

Sacramentario: raccolta delle orazioni presidenziali della Messa (colletta, super oblata, postcommunio, prefazio). Nelle fonti più antiche si trovano anche l'Ordo Missæ, le benedizioni pontificali e i riti di ordinazione.

Salmello (“psalmellus”): responsorio della liturgia ambrosiana che si canta durante la Messa - con la stessa funzione del responsorio graduale gregoriano – o dopo ciascuna delle 4 letture nei vespri dei venerdì di Quaresima.

Salmodia: canto dei salmi e dei cantici biblici secondo particolari melodie (toni salmodici) che prevedono una forma ad arco e tre parti principali: intonazione, corda di recita e cadenza.

Salterio: raccolta dei 150 salmi biblici attribuiti a Davide. Nella liturgia si utilizza lo psalterium feriatum / psalmista in cui i salmi sono distribuiti in base alla loro collocazione nelle diverse ore dei giorni della settimana. Spesso sono presenti le relative antifone del tempo ordinario.

Sanctus: acclamazione di origine biblica (trisagio del profeta Isaia), dal IV secolo si canta anche nella Messa romana dove conclude il prefazio..

Santorale: la sezione di un libro liturgico che comprende il ciclo delle feste dei santi. Nel “Proprio dei santi” ogni formulario ha almeno un brano specifico ed esclusivo, nel “Comune dei santi” ci sono vari formulari distribuiti per categoria (apostoli, martire, martiri, confessore…) che si utilizzano per le feste di singoli santi per i quali non è stato scritto un formulario specifico.

Sap: il libro biblico della Sapienza.

Scandicus: gruppo di almeno tre note in movimento ascendente (re-mi-fa, re-fa-sol).

Secolare: libro liturgico destinato alla celebrazione di una comunità secolare (chiesa episcopale, parrocchiale, ordine mendicante…). Presenta una particolare struttura delle liturgia delle Ore.

Secreta: preghiera che si dice alla conclusione della preparazione dei doni (offertorio) scelti per il sacrificio della Messa.

Sequenza: canto strofico che perlopiù si canta quale prolungamento dell’Alleluia. Nella forma classica (sec. IX-X) la sequenza prevede due strofe isolate all’inizio e alla fine, mentre all’interno le strofe sono appaiate e sono cantate con una melodia che si ripete in ogni coppia (a bb cc dd…z).

Sequenziario: raccolta di sequenze; esse sono distribuite secondo lo svolgimento dell'anno liturgico

Settimana santa: la settimana che precede la domenica di Pasqua e inizia con la domenica delle Palme.

Settuagesima: terza domenica prima del mercoledì delle Ceneri e dell’inizio della Quaresima, segna l’inizio di un periodo di preparazione alla stessa Quaresima. Le domeniche successive sono Sessagesima e Quinquagesima.

Strofici/Strofe: note leggere all’unisono (solitamente sul do o sul fa) in gruppi di due o tre (do-do, la-do-do, do-do-do).

Super oblata: sinonimo di secreta.

Tempo ordinario: le settimane che intercorrono tra l’Epifania e la Quaresima, e le settimane tra Pentecoste e l’inizio dell’Avvento.

Tempo pasquale: i cinquanta giorni tra la domenica di Pasqua e quella di Pentecoste.

Tempora, Quattro: quattro cicli di celebrazioni di propiziazione – rispettivamente il mercoledì, venerdì e sabato di 4 settimane - legate al ciclo agricolo e collocate vicino all’inizio delle stagioni. Sono previsti particolari testi e canti nelle Messe; grande rilievo hanno le celebrazioni del sabato “in duodecim lectionibus” quando a Roma si proclamavano sei letture in greco e in latino.

Temporale: la sezione di un libro liturgico che comprende il ciclo delle celebrazioni domenicali e dei tempi forti, di solito a partire dalla I domenica d’Avvento sino all’ultima domenica dopo Pentecoste.

Tenore: cfr. corda di recita

Torculus: gruppo di tre note delle quali la seconda è più alta delle due estreme (do-re-do, do-mi-re).

Tractulus: nota singola che indica perlopiù un suono relativamente grave e che riproduce graficamente il segno del trattino orizzontale.

Triduo sacro: i tre giorni che precedono Pasqua (giovedì santo, venerdì santo e sabato santo).

Tristropha: gruppo leggero di tre suoni che ripetono la medesima nota, solitamente un do oppure un fa.

Monocordo: strumento semplicissimo costituito da una corda tesa su un legno di risonanza. Serviva nella didattica musicale per determinare le distanze e il suono degli intervalli.

Troparium: raccolta dei tropi relativi ai canti della Messa.

Tropo: ampliamento di un brano liturgico musicale secondo vari procedimenti: a) inserzione di una fioritura melismatica al termine di una o più incisi; b) elaborazione di un melisma già presente nel brano originario in modo tale che a una singola nota originale corrisponda una sillaba di un nuovo testo (“prosa/prosula” nei manoscritti); c) incisi - con nuovi testi e nuova musica - inseriti prima dei brani come introduzione e/o come sezioni che si alternano alle diverse parti del pezzo originale.

Ufficio: termine utilizzato per designare la liturgia delle Ore.

Uncinus: segno grafico che esprime una singola nota nella tradizione neumatica metense o comasca. In Italia l’uncinus ha la forma di una “c” rivolta a sinistra, con una coda discendente.

Venerdì santo: secondo giorno del Triduo, ha un’importante celebrazione pomeridiana con il canto del Passio secondo s. Giovanni, una serie di preghiere solenni d’intercessione, e un rito per l’adorazione della croce.

Versetto: a) unità letteraria dei libri biblici; b) la seconda sezione di un canto (Alleluia, Offertorio, Responsorio); breve composizione collegata con un’antifona in particolari circostanze festive (esempio, formulari di s. Paolo e di s. Lorenzo).

Versicolo: breve frase seguita da una risposta, spesso derivata da un versetto di salmo. Serve a distinguere varie sezioni all’interno della liturgia delle Ore, ad esempio nel mattutino la parte salmica dalle letture. Sul piano musicale, tranne pochi giorni – quali il Triduo sacro – il versicolo si canta sempre su un’unica corda di recita sillabica sino alla sillaba finale sulla quale c’è un abbellimento melismatico.

Verso: cfr. Versetto.

Vespri: Ora cardine della preghiera quotidiana, si celebra al tramonto. Nella liturgia romana secolare si cantano 5 salmi, 4 nella tradizione monastica. Nella parte finale prevede il cantico di Maria (Magnificat) e la preghiera del Padre nostro. La liturgia ambrosiana contempla nei vespri tre sezioni, la prima della quale è costituita da una particolare liturgia della luce (lucernario).

Virga: nota singola che indica perlopiù un suono relativamente acuto e che riproduce graficamente il segno dell’accento acuto.



[1] Giustapposizione significa che le sezioni, ad esempio, di un breviario mantengono la loro autonomia, ma sono semplicemente scritte di seguito (salterio, innario, collettario...).

[2] Assemblaggio integrato: il materiale dei diversi generi letterario-musicali e liturgici - contenuto precedentemente ciascuno nelle proprie diverse sezioni autonome - viene ora distribuito in formulari organizzati che prevedono l'inserimento di ciascun pezzo (orazione, lettura, canto) nella posizione in cui di fatto esso si colloca nel decorso della celebrazione liturgica. Nel caso del breviario inizieremo con i I vespri e questi presenteranno successivamente la formula introduttiva, le singole antifone con i relativi salmi… sino alla lettura breve, il responsorio breve… Nel caso del messale, il formulario di una Messa prevede successivamente un canto (introito), un'orazione (colletta), una lettura (epistola), un canto (responsorio graduale)...

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